Le ricchezze materiali e storiche che raccoglie in sé il Vittorio Emanuele. Il tour guidato dell’associazione “Guide Turistiche”
Il sisma del 1908 è una cesura nella storia di Messina, della sua gente e della cultura che da sempre l’ha collocata nell’alveo della civitas mediterranea. Una storia che ha resistito alla distruzione e alle logiche urbanistiche successive, rivivendo nei tanti monumenti cittadini. Una storia fatta di memoria, non solo quella triste legata alle migliaia di vite distrutte, ma soprattutto quella perpetuata nelle epoche successive, fatta di mito e realtà, tradizione e devozione, nuove sfide e voglia di ricominciare. “Guida all’inedito. Viaggio alla scoperta del Teatro di Messina” è l’iniziativa promossa dall’associazione “Guide Turistiche Eolie-Messina-Taormina” in collaborazione con l’Ente Teatro di Messina nell’ambito del progetto teatro aperto, in occasione del 109mo anniversario del terremoto.
Un avvincente viaggio alla riscoperta dell’architettura del palazzo e delle curiosità legate alla sua storia. Oltre un centinaio i visitatori, tra grandi e piccini, che hanno partecipato al tour della memoria durante tutta la giornata di ieri.
Voluto dal re Ferdinando di Borbone per far fronte alle numerose richieste dei cittadini “affamati di cultura”, come affermavano Giuseppe La Farina e Carlo Gemelli, il teatro S. Elisabetta (si chiamava così originariamente) fu costruito nel luogo dove, prima del 1908, erano sorti un carcere e l’antica chiesa del Carmine. I bozzetti dello storico edificio uno dei pochi sopravvissuti alla forza distruttrice che portò via l’intera Palazzata vennero realizzati dagli architetti Falconieri e Subba. Dopo un lungo periodo di chiusura, il 10 febbraio 1852, a seguito dei danni subiti durante il sisma 1843 e dei successivi lavori di ricostruzione, venne riaperto e intitolato a Vittorio Emanuele II. La struttura semi circolare con una capienza di 995 posti è stata nel tempo allargata, con l’aggiunta di un proscenio e della fossa per l’orchestra. L’ultima inaugurazione, dopo la committenza dell’olio su tavola del soffitto realizzato da Renato Guttuso – 130 metri quadri in 43 pannelli raffiguranti il mito di Colapesce – risale al 1985, col concerto di beneficenza organizzato dalla Croce Rossa Italiana, che ha avuto come protagonista l’Orchestra Filarmonica di Londra diretta dal compianto Giuseppe Sinopoli. Prosegue dunque l’impegno dell’Ente Autonomo per un teatro a misura di cittadino inscritto tra le righe della quotidianità, di pari passo con la crescita sociale e culturale del tessuto urbano.
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