A prescindere dalla risorse, però, il clima che si respira all’interno del Vittorio Emanuele è paragonabile al tono che stamattina ha utilizzato il presidente Luciano Fiorino nell’incontro convocato d’urgenza nella sala delle conferenze al quarto piano. Prima doveva essere solo un punto stampa di scuola berlusconiana, senza domande degli interlocutori, ma solo per illustrare la situazione che regna al Vittorio Emanuele. Di fronte alle insistenze dei cronisti, però, Fiorino ha parlato ai microfoni ed anche a ruota libera, ad un certo punto, non riuscendo trattenere ancora dentro tutti i veleni che caratterizzano questo momento davvero difficile per il teatro messinese. Da una parte ha annunciato che la stagione è salva, dall’altro, tra quante difficoltà dovrà barcamenarsi. Ha chiarito i retroscena attraverso i quali il Cda è giunto all’ok per i cartelloni 2017-2018, partiti i quali, Fiorino rimetterà il mandato per tornare al suo lavoro di funzionario all’Università. La sua esperienza, quindi, sarà durata appena quattro mesi.
In questo clima tutt’altro che sereno ora la palla passa nelle mani dei due direttori artistici di prosa e musica, Simona Celi e Matteo Pappalardo, i quali, pur con risorse economiche stringate pare siano riusciti a mettere su una stagione comunque all’altezza delle aspettative. Ma sarà lo spettacolo fuori dalle tavole del palco a far più paura agli addetti ai lavori di un Ente che, anno dopo anno, sembra avvicinarsi sempre più verso il baratro. Con gente che rema da una parte ed altra nella direzione opposta. Oggi al tavolo con Fiorino, c’era appena il presidente del collegio dei revisori con il solo assente giustificato, il sovrintendente Bernava, perché alla Regione Siciliana per battere cassa.
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