Sabato mattina dormiva serenamente mentre messaggi e telefonate che riceveva non terminavano. Il sogno più che finito è proseguito al risveglio. A chiamarlo da un numero sconosciuto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando che si congratulava per la nomina. Ma come lo avrà saputo prima di me si è chiesto Luciano Fiorino, messinese, 45 anni, già presidente del Teatro Vittorio Emanuele per quasi due anni, che entra a far parte della Fondazione lirico sinfonica del Teatro Massimo di Palermo. Una scelta del ministro Alberto Bonisoli tra una quindicina di curriculum.
Fiorino, alle 16 del primo agosto, dovrà presentarsi a Palermo per la prima convocazione. “Ho già chiesto appena arrivo di farmi visitare il Massimo – ci dice – è il primo Teatro per grandezza in Italia e il terzo in Europa, è qualcosa di superlativo, è un incarico prestigioso, sono il primo messinese che fa parte della Fondazione e la cosa mi rende molto orgoglioso”. Ha lasciato il Vittorio Emanuele guidando praticamente da solo l’ente senza consiglieri e in uno dei momenti più cupi . “Ma abbiamo lasciato un segno – risponde – nonostante le difficoltà, dico sempre che per giudicare l’operato di qualcuno bisogna regolarsi su di un progetto culturale, c’è questo progetto culturale? Non credo ci sia e dunque non esprimo giudizi”. Fiorino aveva già lasciato il Vittorio all’elezione al ballottaggio di Cateno De Luca con una lettera, ha proseguito per senso di responsabilità fino alla nomina a sovrintendente di Gianfranco Scoglio. “Il mio bilancio è scritto tutto lì”
“La città di Messina ha bisogno di un progetto culturale forte – scriveva – sviluppato in sinergia con le forze sane della società civile territoriale, che veda il Teatro come principale attore e motore di uno sviluppo che è concretamente possibile e che la città merita. Questo è quello che ho iniziato a fare durante il mio breve mandato e mi auguro che, a fronte dei primi risultati raggiunti, la sua amministrazione si impegni a migliorarlo. Perché l’EAR non diventi un altro luogo di esercizio di populismo ma piuttosto spazio popolare di cultura a servizio della nostra intera comunità.
Oggi, con orgoglio, lascio un Teatro diverso rispetto a quello trovato. In poco meno di un anno sono stati avviati nuovi percorsi di sviluppo, rilanciate progettualità, costruito reti territoriali e nazionali, offerto cultura ad un pubblico sempre più ampio e numeroso. Questo cammino, iniziato ma di certo non concluso, ha conosciuto anche degli errori; ma bisogna pur concedersi la possibilità di sbagliare, a condizione che di tali errori ci si riservi gelosamente la responsabilità”.
Anche quest’anno con i collegati alla finanziaria il Vittorio Emanuele riceverà dalla Regione 5 milioni e seicentomila euro per mettere in scena la stagione. Poi serve altro per nuove iniziative e idee originali. “Ho governato senza l’organo politico – conclude – da Messina porterò a Palermo il bagaglio di esperienza cresciuto anche grazie al Vittorio Emanuele”. Il successore sarà – a meno di sorprese – l’ex assessore comunale Orazio Miloro; il decreto regionale è stato già firmato e con le nomine del sindaco di Nino Principato e Giuseppe Ministeri l’iter è stato completato. L’insediamento potrebbe avvenire già in settimana. “
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